VALUTAZIONE DEL DANNO PSICHICO
Il Consulente nell’ambito della valutazione del danno psichico è un importante ausiliario del giudice (CTU) o della parte (CTP) che collabora fornendo il suo sapere specialistico. La consulenza psicologico-forense è attualmente considerata un accertamento oltreché una fondamentale prova documentale.
Il CTU ha il compito di accertare l’esistenza o meno di un trauma psichico, valutando l’eventuale compromissione, menomazione o riduzione di una o più funzioni mentali.
Il danno psichico si manifesta in un’alterazione significativa dell’integrità psichica, ossia in una modificazione qualitativa e quantitativa delle funzioni mentali primarie, dell’affettività, delle relazioni e del tono dell’umore.
I principali ambiti di applicazione in cui rientrano le valutazioni del danno non patrimoniale sono: il danno da stalking, il danno da mobbing, il danno da lutto, il danno estetico, il danno alla sfera
sessuale, il danno da nascita indesiderata, il danno da trauma o menomazione fisica e il danno da colpa professionale.
Nell’ambito civile, il Consulente deve valutare la sussistenza del danno, il nesso di causa e la sua quantificazione.
Nell’ambito penale, invece, è chiamato a valutare la sussistenza di un danno quale elemento essenziale, o accessorio, di un reato.
Nell’ambito stragiudiziale, l’esperto psicologo può essere interpellato per redigere un parere professionale, e dunque una relazione, circa la fattibilità e la sua possibile sussistenza.
Il CTP assolve un ruolo fondamentale poiché partecipa a tutte le operazioni peritali del CTU ed interviene per osservare, chiarire ed esprimere le proprie osservazioni specialistiche sulle indagini tecniche a supporto della parte.
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